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Imparare a disegnare #5: La composizione

Il nostro viaggio alla scoperta delle basi per imparare a disegnare prosegue in questo nuovo articolo. Da quando è iniziata questa rubrica, abbiamo imparato a osservare il mondo intorno a noi con curiosità e sguardo analitico. Abbiamo scoperto come funziona il nostro cervello quando entriamo nel flusso creativo, e compreso come allenare l’emisfero destro a tal proposito. Non ci siamo lasciati bloccare dalla paura del foglio bianco, e abbiamo appreso dei trucchi per raggirare questa difficoltà. Infine, abbiamo esplorato i vari strumenti e materiali da disegno, per capire quali fossero i più adatti alle nostre esigenze.

Ora è il momento di porre uno dei mattoni più importanti delle fondamenta di un disegno. Un elemento che, se non è presente, rischia di rovinare anche un disegno tecnicamente impeccabile: la composizione.

Cos’è la composizione?

Nel disegno, la composizione è lo studio del posizionamento degli elementi in maniera armoniosa e significativa. Una buona composizione non solo mantiene gli elementi in equilibrio all’interno del disegno, ma guida l’occhio dell’osservatore all’interno dell’opera. Questa guida visiva è fondamentale, perché contribuisce a raccontare la storia che l’illustrazione sta narrando.
Comprendo che sia un concetto un po’ complesso da capire a parole (e anche da spiegare), quindi procediamo un passo alla volta.

Uno schema di base

Partiamo innanzitutto dal presupposto che la composizione si basa su schemi guida che l’artista usa per orientarsi, ma che saranno invisibili nell’opera terminata. Facciamo un esempio: se io prendo un foglio e disegno un quadrato, posso usare questa forma come schema guida per creare una composizione. Decido ad esempio, di posizionare un elemento per ogni angolo del quadrato in questione. Una volta fatto questo, il quadrato di base verrà cancellato e rimarrà la mia composizione che segue, per l’appunto, uno schema di quella forma. Non è una composizione armoniosa, tuttavia è un modo per far capire come funziona questo concetto. Andiamo ora a vedere gli schemi compositivi più usati.

Un esempio di composizione quadrata. © Laura Maccarrone

La Sezione Aurea

Esistono molti schemi e regole che possono essere utilizzati come guide per posizionare gli elementi all’interno di un’opera. Nell’arte classica ad esempio, è stata utilizzata tantissimo la Sezione Aurea.  

La Sezione Aurea (detta anche “proporzione divina”, “numero aureo” o “costante di Fidia”) è un rapporto matematico tra le parti di una superficie, ottenuto dalla formula AB:AC=AC:CB. Il risultato di tale formula è un numero irrazionale, che possiamo abbreviare in 1,618. Questo numero viene definito appunto numero aureo, ed è stato applicato non solo nell’arte figurativa, ma anche nell’architettura (la Cattedrale di Notre Dame ad esempio è costruita secondo la proporzione aurea). La struttura della Sezione Aurea replica quella di una forma a spirale allargata.

Vari esempi di applicazione della Sezione Aurea in arte e in natura. Partendo da in alto a sinistra: schema della sezione aurea; Nascita di Venere di A. Botticelli; Uomo vitruviano e Monna Lisa di L. da Vinci; facciata del Partenone di Atene; sezione di conchiglia Nautilus; galassia e rosa.

Ma la cosa straordinaria è che la Sezione Aurea è una proporzione presente anche in Natura! Matematici e botanici hanno eseguito degli studi incrociati, e si sono resi conto che tantissimi elementi della Natura seguono esattamente lo schema aureo. Uno degli esempi più noti è la conchiglia Nautilus, ma troviamo il rapporto aureo anche nella rosa, nel girasole, nei cactus, nelle galassie e in moltissimi altri elementi. Ora capite perché è detta “proporzione divina”?

La Regola dei Terzi

In tempi moderni, il concetto della Sezione Aurea è applicato in maniera più semplice nella famosa Regola dei Terzi. Si tratta di uno schema utilizzato nella composizione fotografica, ma si applica a tutti i tipi di arte visiva. Avete presente quando dovete scattare una foto e la fotocamera vi suddivide l’immagine in una griglia? Ecco, quella è la Regola dei Terzi!

Esempio della regola dei Terzi e Sezione Aurea applicate alla mia illustrazione La Strega Narrastorie. Art © Laura Maccarrone 2022

Si tratta di suddividere l’area in una griglia 3×3. I punti di intersezione tra le linee (dette linee di forza) creano i cosiddetti punti focali o nodi. Gli elementi che verranno posizionati in corrispondenza di questi nodi saranno quelli a cui l’osservatore presterà maggiore attenzione, in quanto il riquadro centrale è quello che corrisponde alla Sezione Aurea. Di conseguenza, la composizione dell’opera (o della foto) si baserà sulla disposizione degli elementi d’interesse in prossimità di questi nodi. Attenzione: questo non vuol dire che si devono toccare per forza tutti e quattro i punti! Al contrario, l’ideale sarebbe posizionare gli elementi importanti in due punti opposti, oppure focalizzare tutto su un unico punto.
Io utilizzo la Regola dei Terzi nella stragrande maggioranza delle mie illustrazioni, ma esistono anche delle varianti interessanti che andremo a scoprire tra poco.

Tanti tipi di composizione

Basandoci su quello che abbiamo appreso, possiamo sperimentare tipi di composizioni diverse usando come guida differenti tipi di linee e forme. Eccone alcuni esempi:

  1. Una composizione basata su delle linee diagonali renderà la scena dinamica, attiva, e dunque perfetta per quelle illustrazioni dove avviene una particolare azione;
  2. Linee rette o una composizione centrale rendono l’illustrazione più statica, calma, anche sacra in certi casi. È dunque l’ideale per quelle illustrazioni che raccontano un momento d’attesa, o rappresentano un personaggio calmo o che abbia una certa importanza;
  3. Linee orizzontali indicano una condizione di calma, stabilità e sicurezza;
  4. Le linee verticali indicano azione, energia attiva e un movimento che può andare dal basso verso l’altro, o viceversa;
  5. Una composizione triangolare rende la struttura del disegno solida e convergente in un punto focale (che sarà collocato nella punta del triangolo);
  6. Una composizione a spirale renderà l’illustrazione dinamica e al tempo stesso guiderà lo sguardo su una traiettoria specifica;
  7. La ripetizione di forme quali linee o curve creerà un ritmo all’interno del disegno, che potrà dare risultati differenti a seconda che le forme siano spigolose o armoniose.
Vari esempi di composizione. Partendo da in alto a sinistra: linee diagonali; composizione centrale; linee orizzontali; composizione a triangolo; spirale; ritmo. © Laura Maccarrone

Un esercizio interessante

Ci sono davvero tantissimi tipi di composizioni diverse, e sarebbe impossibile parlarne in maniera completa qui. Tuttavia, abbiamo elencato le più importanti e abbiamo compreso in che modo applicarle. Consiglio di fare tante prove ed esperimenti, e di provare a fare anche un divertente esercizio:

  • Scegli le foto o le illustrazioni che ti piacciono di più. Ora osservale una per volta: riesci a notare che tipo di composizione l’artista ha utilizzato per realizzarle? Noti delle ripetizioni nelle forme? Ti accorgi se il tuo sguardo viene guidato secondo un percorso specifico?

In un certo senso, questo esercizio si ricollega a quelli del primo articolo di questa rubrica, riguardo all’imparare ad osservare il mondo intorno a noi. Fammi sapere se scopri qualcosa di interessante!

Conclusione

Spero che questo articolo ti sia stato utile, e che non sia stato troppo confusionario. Se hai dubbi o curiosità particolari, scrivimi pure! La rubrica “Imparare a disegnare” continuerà il prossimo mese con un altro argomento particolare e molto importante: la prospettiva.

Alla prossima!

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