Imparare a disegnare può sembrare complicato, lo so bene. Eppure, non è più difficile di imparare a fare tante altre cose. Quello che serve non è il talento (che, tra parentesi, non esiste) ma l’impegno, la costanza e la pratica. Oltre ad altri interessanti aspetti come quelli che ci racconta Neil Gaiman nel suo Art Matters.
So che per un neofita saper disegnare qualcosa che lo soddisfi sembra un’impresa impossibile, e che può scoraggiare la maggior parte di coloro che vorrebbero imparare a disegnare e pensano di non essere adatti (ma adatti per cosa, esattamente? Non dovete mica esibirvi su un palco!), ed è per questo che oggi scrivo questo articolo. Un articolo che sarà il primo di una serie dedicata alle basi del disegno, una mini guida per imparare ciò che serve ad ogni aspirante artista.
Inizialmente volevo scrivere un articolo unico con dei cenni generali sulle basi per imparare a disegnare, ma poi mi sono resa conto che così non sarebbe servito a nulla se non a creare confusione. Dedicherò quindi un articolo ad ogni argomento, così da poterli spiegare meglio e approfondirli per quel che è possibile. Ovviamente non potranno mai sostituire lo studio e la pratica, ma vorrei che fossero una guida per affrontare le cose un passo alla volta e incoraggiare coloro che sono intimoriti dal primo approccio al disegno. Spero che questo viaggio vi piacerà, io sono pronta a partire, e voi?
Primo passo: imparare a osservare
Imparare ad osservare con attenzione il mondo che ci circonda è alla base di tutto. L’artista guarda i dettagli, si accorge delle diverse sfumature di colore, nota i cambiamenti intorno a sé. Imparare ad osservare ci serve innanzitutto per capire come funzionano davvero le cose intorno a noi, e poi per raccontare le nostre sensazioni in maniera del tutto personale. Due artisti che dipingono lo stesso paesaggio non daranno mai vita alla stessa identica opera, perché ognuno catturerà sensazioni diverse e avrà il proprio modo di vedere il mondo. Prova a guardare fuori dalla tua finestra, o mentre stai facendo una passeggiata: che cosa vedi? In che modo le foglie di quell’albero si distribuiscono sul ramo? In che modo la luce modella le forme degli oggetti? E le ombre ti sembrano davvero nere, oppure se guardi attentamente ti accorgi che anche quelle sono colorate? Hai notato che la singola foglia ha più sfumature di verde e non è così monocromatica come sembra?
Ogni giorno una nuova scoperta
Se inizierai a far caso a questi dettagli, ti accorgerai che ogni giorno sarai sempre in grado di trovare qualcosa di nuovo nel quotidiano, persino in quelle cose che ti sembra ormai di conoscere a memoria. Ti basta anche solo osservare lo stesso soggetto in momenti diversi della giornata e con climi differenti. Cambiano i colori, l’atmosfera, le luci e le ombre, e tutto questo contribuisce a dare una certa emozione piuttosto che un’altra. Tutto ciò è fondamentale per imparare a disegnare, perché prima di ogni altro strumento, prima della matita e del foglio, per disegnare hai bisogno di tre cose fondamentali: la mano, gli occhi e il cervello.
Emisfero destro, questo sconosciuto
Come ci spiega egregiamente Betty Edwards nel suo fantastico libro Disegnare con la parte destra del cervello (che ti consiglio assolutamente di leggere!), il nostro cervello è suddiviso in due emisferi: quello destro, orientato alle capacità creative, visive e concettuali, e quello sinistro, specializzato nel linguaggio, nella razionalità e nelle capacità analitiche. Per via del modo in cui veniamo cresciuti e istruiti, nella maggior parte dei casi tendiamo a sviluppare maggiormente le capacità dell’emisfero sinistro, che vengono ritenute più importanti nella vita di tutti i giorni (ah, quindi l’altra metà del cervello serve solo ad occupare spazio?). L’emisfero destro, sebbene sia perfettamente funzionante e operi senza che ce ne accorgiamo, è spesso trascurato a favore della sua controparte razionale. Ed è proprio l’emisfero destro che va allenato per imparare a disegnare, in quanto ci permetterà di osservare le cose con attenzione senza però farci ingannare dal nostro sguardo. In che senso? Facciamo un esempio: hai mai provato a disegnare qualcosa di semplice mentre la osservavi, per poi renderti conto che il tuo disegno non gli assomigliava per niente? No, non significa che non sai disegnare, significa che il tuo emisfero sinistro si è messo in mezzo mentre cercavi di farlo!
Mettere in secondo piano l’emisfero sinistro
Questo accade perché il nostro simpatico emisfero sinistro, padrone del linguaggio, tende a classificare tutto ciò che vediamo per categorie, in base a ciò che conosce e alle sue precedenti esperienze. Dal suo magazzino, va a pescare l’oggetto in questione e ce lo ripropone in automatico. Questo significa che se nella tua memoria sotto la parola “casa” c’è una casetta rappresentata in un certo modo, quando proverai a disegnarla ti accorgerai che tenderai a darle sempre lo stesso aspetto. Perciò quando non abbiamo dimestichezza con il disegno e proviamo a scarabocchiare qualcosa, il nostro emisfero sinistro ragiona più o meno così: “Perché ti sforzi di fare qualcosa di diverso quando ho già in archivio un’immagine bella e pronta dell’oggetto che stai cercando di disegnare? Tanto è pur sempre una casa, no?”. E invece no!
Ma allora, se pur osservando il mondo nei suoi dettagli ci imbattiamo continuamente in questa “divergenza di intenti” tra i due emisferi, come possiamo disegnare bene? Te lo spiegherò nel prossimo articolo, dove scopriremo un esercizio divertente e molto utile per ingannare l’emisfero sinistro e imparare a coordinare correttamente mano, occhio e cervello.
Qualche esercizio
Nel frattempo, ecco cosa puoi fare per allenare il tuo sguardo e imparare a osservare il mondo intorno a te:
- Prova a portare con te un taccuino e una macchina fotografica per scattare foto e scrivere impressioni su quello che vedi e che ti colpisce. Se preferisci, puoi registrare le tue impressioni a voce usando un registratore o delle note vocali;
- Prova a visitare lo stesso posto in momenti diversi della giornata. Nota quali cambiamenti vedi nei colori, nelle luci e nelle ombre a seconda del tipo di illuminazione e del clima;
- Scegli due oggetti della stessa tipologia ma con caratteristiche lievemente differenti. Osservali con attenzione: possono essere due foglie, due nuvole , due mele o anche i palmi delle tue mani. Nota come, pur essendo quasi la stessa cosa, abbiano dettagli che le rendono uniche;
- Osserva un paesaggio, tenendo gli occhi lievemente socchiusi come se stessi cercando di vedere molto lontano: quali sono i colori predominanti? Quali macchie di colore risaltano una volta che, strizzando gli occhi, avrai “eliminato” i dettagli?
Conclusione
Spero che questo primo articolo abbia stuzzicato la tua curiosità e che ti abbia fatto venire voglia di sperimentare cose nuove. A prescindere dal fine, penso che saper osservare il mondo sia sempre e comunque fonte di meraviglia, perciò perché non allenare lo sguardo?
Alla prossima!
Sono bellissimi i tuoi post, Laura. Davvero pieni di ispirazione!
Grazie di cuore Simo! ♥